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Istanbul in bianco e nero

Per le strade di Istanbul, agosto 2012.
Le foto qui

Mostra: Istanbul – La luce della Città

3 novembre 2012

Biblioteca di Mezzago, via Stefano Biffi 32 Mezzago (MB)
Inaugurazione mostra fotografica di Andrea Rota Nodari.

Per il ciclo COSMOPOLI, viaggio nelle città universo
Quattro incontri + una mostra fotografica, seguiti da un gustoso aperitivo. Ingresso libero

Le fotografie rimarranno esposte fino a fine novembre 2012.

Per informazioni, contattate me, andrea@rotanodari.it oppure
Saul Stucchi, s.stucchi@alibionline.it

Locandina incontri

La luce di Istanbul

Guarda le fotografie.
De Amicis scrisse: “Su Costantinopoli non ci son dubbi; anche il viaggiatore più diffidente ci va sicuro del fatto suo; nessuno ci ha mai provato un disinganno. E non c’entra il fascino delle grandi memorie e la consuetudine dell’ammirazione. È una bellezza universale e sovrana, dinanzi alla quale il poeta e l’archeologo, l’ambasciatore e il negoziante, la principessa e il marinaio, il figlio del settentrione e il figlio del mezzogiorno, tutti hanno messo un grido di maraviglia. È il più bel luogo della terra a giudizio di tutta la terra”.
Oggi il suo nome è Istanbul, ma chi scopre “la Città” (punto e basta, come la chiamano i greci) per la prima volta non può restare indifferente. Percorretela a piedi, perdetevi tra le strette vie di Fatih, Fener, Balat ed Eyup, osservate i volti, entrate in silenzio nelle moschee dei quartieri vecchi, bevete il çay – magari senza zucchero. Aspettate il tramonto sulle rive del Corno d’Oro, dalla terrazza di Setüstü o guardando attraccare i traghetti che tornano a Eminönü da Üsküdar. La luce che pennellerà ogni casa, ogni cosa, accompagnata dai cori dei müezzin, vi entrerà nel sangue. A me è successo. Cliccate sull’immagine per accedere all’album.

Istanbul, 1933

È l’alba. S’illumina il mondo
come l’acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all’improvviso
tu, il mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.

Giorno d’inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d’un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all’aspirare l’aria in un bosco di pini

Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.

È così, mio usignolo, tra te e me
c’è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.

Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.

Nazim Hikmet

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"La fotografia è per me l’impulso spontaneo di un’attenzione visiva perpetua che capta l’istante e la sua eternità. Il disegno, per la sua grafologia, elabora quello che la nostra coscienza ha colto di quell’istante. La fotografia è un’azione immediata, il disegno una meditazione" (Henri Cartier-Bresson)