Archive for the ‘Reportage’ Category

Monza di Notte

Le grandi ombre e i lampi di luce sulla città della Corona ferrea, del duomo di San Giovanni, dei ponti sul Lambro. Una Monza notturna, deserta e silenziosa…

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Monza

Il mercato galleggiante

Volti, sorrisi, colori, sensazioni dal Damnoen saduak Floating Market, circa un’ora e mezza ad ovest di Bangkok, in Thailandia. Premete F11 per vedere le immagini a tutto schermo.

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Istanbul in bianco e nero

Per le strade di Istanbul, agosto 2012.
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Dôc Lêt, nuove foto

Nuove immagini del piccolo villaggio di pescatori di Dôc Lêt, in Vietnam.
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Nôi Quy

Fa buio presto a Dôc Lêt.
L’alba si è presa gioco di te
alzandosi prima del previsto.

Già rischiara il mare di Van Phong-Bucht.
Prendono forma le montagne a Hòn Lóampón
mentre il sole è in attesa,
ingioiellando le nuvole a Bâi Tre
con i suoi barbagli.

È il Vietnam che non aspetta,
pronto a mescolare i colori della sua tavolozza
per inventarne di nuovi:
terra di Siena, blu di Prussia,
dal nero della notte al bianco della risacca,
in un climax senza continuità.

La sabbia è dura più della terra.
Linee marcate,
la silhouette del tuo corpo in controluce.

Il tempo rallenta, è quasi fermo.
Un gioco di prestigio,
un prodigio,
una nuova forma mentis
che cancella ogni passato.

Un’identità nuova, seppure provvisoria,
che va oltre il viaggio.

(2009 RN)

La luce di Istanbul

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De Amicis scrisse: “Su Costantinopoli non ci son dubbi; anche il viaggiatore più diffidente ci va sicuro del fatto suo; nessuno ci ha mai provato un disinganno. E non c’entra il fascino delle grandi memorie e la consuetudine dell’ammirazione. È una bellezza universale e sovrana, dinanzi alla quale il poeta e l’archeologo, l’ambasciatore e il negoziante, la principessa e il marinaio, il figlio del settentrione e il figlio del mezzogiorno, tutti hanno messo un grido di maraviglia. È il più bel luogo della terra a giudizio di tutta la terra”.
Oggi il suo nome è Istanbul, ma chi scopre “la Città” (punto e basta, come la chiamano i greci) per la prima volta non può restare indifferente. Percorretela a piedi, perdetevi tra le strette vie di Fatih, Fener, Balat ed Eyup, osservate i volti, entrate in silenzio nelle moschee dei quartieri vecchi, bevete il çay – magari senza zucchero. Aspettate il tramonto sulle rive del Corno d’Oro, dalla terrazza di Setüstü o guardando attraccare i traghetti che tornano a Eminönü da Üsküdar. La luce che pennellerà ogni casa, ogni cosa, accompagnata dai cori dei müezzin, vi entrerà nel sangue. A me è successo. Cliccate sull’immagine per accedere all’album.

Istanbul, 1933

È l’alba. S’illumina il mondo
come l’acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all’improvviso
tu, il mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.

Giorno d’inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d’un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all’aspirare l’aria in un bosco di pini

Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.

È così, mio usignolo, tra te e me
c’è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.

Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.

Nazim Hikmet

Manicomi

Ex-manicomio di Mombello

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Il manicomio è una grande cassa
con atmosfere di suono
e il delirio diventa specie,
l’anonimità misura,
il manicomio è il monte Sinai
luogo maledetto
sopra cui tu ricevi
le tavole di una legge
agli uomini sconosciuta.

(Alda Merini)

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"La fotografia è per me l’impulso spontaneo di un’attenzione visiva perpetua che capta l’istante e la sua eternità. Il disegno, per la sua grafologia, elabora quello che la nostra coscienza ha colto di quell’istante. La fotografia è un’azione immediata, il disegno una meditazione" (Henri Cartier-Bresson)